Economista inglese. Appartenente a una ricca famiglia della nobiltà
anglo-irlandese, studiò a Oxford dove fu poi tra i successori di N.W.
Senior alla cattedra di economia politica (1891-1922). Contemporaneamente
fondò e diresse (1891-1926) l'"Economic Journal". Per quanto non abbia
dato vita a una propria scuola e la sua figura sia stata messa in ombra da
quella di A. Marshall, è considerato uno dei massimi economisti di ogni
tempo. Al di là dell'impostazione utilitaristica che, sulla scia di
Bentham, lo portò a definire la natura del rapporto tra gli oggetti e
l'uomo sulla base del piacere e del dolore, a
E. si devono formulazioni
di rilevante contenuto scientifico. Sua è infatti la prima idea delle
"curve di indifferenza" e delle "curve di contatto". Egli segnò inoltre
un passo decisivo verso la moderna nozione di
mercato, prendendo in esame
il "campo di concorrenza" e precisandone le proprietà. Di grande
importanza in campo statistico sono i suoi lavori sui "numeri indici" e sui
metodi statistici e i loro fondamenti. Il suo lavoro teorico è compreso
in due opere fondamentali:
Mathematical Psychics (1881) e
Papers
Relating to Political Economy (3 voll., 1935). Tra le altre sue opere:
New and Old Methods of Ethics (1877) (Edgeworthstown, Irlanda 1845 -
Oxford 1926). ║
Linea di E.: metodo introdotto da
E. per
spiegare il "monopolio bilaterale", attraverso una
linea dei contratti
comprendente tutti i prezzi ai quali è possibile scambiare la
quantità di servizio che massimizza il profitto del venditore e il
profitto congiunto. Secondo
E. il profitto del venditore e il profitto
del compratore possono essere considerati come funzioni della quantità di
servizio scambiata e del prezzo al quale si attua lo scambio. Di ciascuna di
queste due funzioni si possono tracciare le curve di livello, corrispondenti
ciascuna a un determinato ammontare di profitto.